L’Agenzia delle entrate chiede scusa e annulla le lettere errate sulla compliance dei presunti incassi Pos non dichiarati. Secondo quanto ItaliaOggi è in grado di anticipare stanno arrivando in questi giorni gli annullamenti dell’invio massivo del 3 ottobre annullate da un precipitoso comunicato stampa del 12 /10/2023 (si veda ItaliaOggi del 11/10 e del 12/10/2023) . Con gli annullamenti recapitati in questi giorni l’amministrazione finanziaria, dunque, testualmente chiede ai contribuenti di “non tenere conto” delle comunicazioni trasmesse dallo scorso 3 ottobre ed in cui segnalava un possibile scostamento tra gli importi certificati da fatture e corrispettivi ed i pagamenti elettronici ricevuti nel 2022 dal contribuente poiché inficiate da errori riconducibili ad inesattezze commesse da alcuni operatori finanziari in fase di invio dei dati. Sostanzialmente, quindi, la lettera riporta quanto già affermato dall’agenzia nel comunicato stampa dello scorso 11/10/2023. Va ricordato sin da subito nelle lettere di compliance inviate dall’agenzia erano emersi evidenti errori sugli incassi ricevuti dai contribuenti, duplicati o triplicati rispetto a quelli realmente realizzati. Le compliance sui presunti incassi Pos non dichiarati sono generate con l’incrocio dei dati delle fatture elettroniche e scontrini telematici emessi e quelli inviati dagli operatori finanziari che hanno l’obbligo di trasmettere alle entrate i dati identificativi degli strumenti di pagamento messi a disposizione degli esercenti, nonché l’importo complessivo delle transazioni giornaliere. Sebbene però sia chiaro che l’errore sia stato commesso da alcuni operati che hanno inviato i dati delle transazioni duplicati o triplicati, resta però la responsabilità dall’agenzia rea di non aver effettuato un controllo tale da rilevare un’ imprecisione così macroscopica ed aver quindi trasmesso le compliance ai contribuenti praticamente “a busta chiusa”. E’ doveroso evidenziare che risultano casi di compliance “errate” riconducibili unicamente all’attività delle entrate che avrebbe segnalato incongruente tra fatturato ed incassi Pos a soggetti che per il tipo di attività svolta sono esentati dall’emissione dei documenti fiscali (come tabaccai, giornalai, venditori di prodotti agricoli) e che, manifestando l’incongruenza, dovevano essere esclusi “a monte”. Anche qui è evidente come le entrate si siano limitate a procedure automatizzate senza aver eseguito controlli e/o analisi delle singole posizioni dei soggetti presunti “non congrui”. Restano le difficoltà nelle verifiche. Oltre agli errori indicati resta il problema gestionale di verifica da parte dei contribuenti e dei professionisti che li seguono in merito all’effettiva correttezza delle comunicazioni. La verifica dei dati che determinano poi le incongruenze ed il cui elenco dettagliato è messo a disposizione nel cassetto fiscale, oltre ad una complessa rilevazione dello scostamento poiché strutturato su base mensile e non annuale risulta oltremodo ardua per le imprese che non operano in contabilità ordinaria. Questi non avendo la necessità di contabilizzare incassi e pagamenti, si trovano nella condizione di dover trasformare a ritroso la propria contabilità facendola passare praticamente da semplificata ad ordinaria recuperando tutti gli estratti conti ed i resoconti delle transazioni pos/carta di credito. E’ da sottolineare che la nuova compliance sui Pos (vedi ItaliaOggi del 14/04/2023) è stata anticipata per la prima volta con il Documento di Economia e Finanzia 2023 approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 11 aprile ed attuata in tempi rapidissimi con la pubblicazione del provvedimento n. 352652/2023 avvenuta il 3 ottobre 2023 anche per rispettare gli obiettivi fissati con il pnrr sulla riduzione del tax gap complessivo nel 2023 e nel 2024.